http://news.tecnozoom.it/youtube/siae-licenza-a-pagamento-sui-trailer-online-anche-da-youtube-post-29025.html

Una mossa destinata ha scatenare numerose polemiche: attraverso un comunicato ufficiale e varie telefonate ai diretti interessati, la SIAE ha invitato i siti dedicati al cinema a pagare per i trailer messi online sulle loro pagine. La società , infatti, ha fatto sapere che anche gli “spot” dei film, essendo materiale audiovisivo con una colonna sonora ufficiale, sono sottoposti agli stessi regolamenti delle opere tutelate dalla stessa. Ciò significa che i siti che li vogliono pubblicare devono sottoscrivere una licenza a pagamento.
Naturalmente tutti i siti di cinema coinvolti non hanno preso benissimo la comunicazione della SIAE. L’ente afferma che gli inviti fatti devono essere presi come dei consigli, fatti appositamente per evitare sanzioni di legge più pesanti. Più che una decisione ufficiale, quindi, quello della SIAE sembrerebbe un semplice richiamo ai propri doveri, ricordando di dover applicare una regola finora ignorata. Questa prevederebbe l’acquisto di una licenza di 450 € al trimestre per poter visualizzare sulle pagine del proprio sito non più di 30 video al mese. Una cifra di 1.800 € l’anno che molti siti non possono permettersi.
Oltre alla questione puramente economica, molti hanno interpretato questa legge come un tentativo di far cassa su un settore che, in teoria, dovrebbe essere libero e non tassato. Persino i siti ufficiali delle sale cinematografiche sono coinvolti e se in un primo tempo si pensava che la licenza andasse acquistata solamente in caso della presenza dei video si propri server, la SIAE ha invece specificato che occorre sottoscriverla anche se ci si limita semplicemente a “linkare” video provenienti da YouTube.
La faccenda sembra solamente all’inizio.
Per ora sono solo i siti di cinema ad essere coinvolti, ma ci si chiede se anche in altri settori verranno richieste licenze per la pubblicazione di video che, alla fine, sono prodotti ufficialmente dalle aziende di cui si sta parlando. Partendo dal presupposto che non tutti i siti potranno pagare, come si comporteranno le aziende che non potranno più contare sulla pubblicità gratuita della diffusione di Internet? Come si comporteranno le case cinematografiche?
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