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Come da titolo, queste vogliono essere le prime impressioni a caldo, dopo aver provato per un po’ di tempo Android 4 Ice Cream Sandwich (ancora in versione non definitiva). Un sistema operativo che ha fatto passi da gigante e che si appresta ad arrivare sul mercato con tante aspettative ma anche tante incognite. Riuscirà a mettere tutti d’accordo (utenti e produttori) e darà la spallata definitiva ad iOs di Apple?
Cambia l’approccio
Sembra proprio che con l’arrivo in “città ” della nuova versione di Android, gli operatori ma soprattutto i produttori di smartphone abbiano deciso di dare un taglio netto con il passato, ma soprattutto una svolta agli aggiornamenti ed ai tempi (in alcuni casi biblici) che bisognava attendere tra una release e l’altra. Per prima cosa sembra che tutti i dispositivi con sistema operativo Gingerbread riceveranno l’aggiornamento ad Ice Cream Sandwich (quindi anche tutti i terminali che dispongono di un processore da 1 GHz e solo 512 megabyte di ram). Questo naturalmente è merito di Google che ha puntato sull’ottimizzazione del sistema operativo mobile ma soprattutto sull’approccio differente adottato. Infatti ora verrà sfruttato nativamente il chip grafico presente nei terminali per accelerare il sistema (come avviene già da qualche tempo con Symbian^3).
È ovvio che tutto questo non potrà arrivare dal giorno alla notte, ma sarà un lento e graduale avvicendamento, ricordiamoci anche come sia indispensabile ridurre al minimo le varie versioni del sistema operativo presenti sul mercato (in gergo tecnico chiamato frammentazione, in questo preciso caso software), a tutto vantaggio dei produttori di smartphone, di Android ma soprattutto Google (meno versioni esistono, più sarà facile per gli sviluppatori creare software che possa girare sul maggior numero di terminali in commercio, anche se in ogni caso rimarrebbe l’inevitabile gap generazionale hardware tra le varie versioni di terminali presentate in questi mesi, rispetto alla scorsa stagione o a quella che verrà ). In ogni caso sembra che Android 4.0 abbia dato uno stimolo a spingere i produttori a fare meglio e più in fretta (infatti in questi giorni si susseguono gli annunci di quali terminali passati riceveranno Ice Cream Sandwich in questi mesi).
Basta aver provato la versione di Android 4.0 in versione beta installata sul nuovo terminale Galaxy Nexus per aver chiaro quale direzione abbia intenzione di seguire Google con il suo sistema operativo. Nella versione liscia (cioè originale, senza modifiche da parte degli operatori o dei produttori di smartphone) infatti è stato dato ancora più spazio alla personalizzazione (o forse in questo caso è meglio dire hack) del sistema operativo. Per esempio ora è possibile disattivare le applicazioni di sistema installate di default nel terminale (e quindi in teoria anche quelle personalizzate dai vari operatori o produttori). Questo non vuol dire che potremo eliminarle definitivamente ma che come avviene per i servizi di Windows, potremo invece fare in modo che non vengano caricate (o congelarle), in modo che non vadano ad occupare la memoria di sistema. Se fosse confermato anche nei terminali non “lisci“, permetterebbe di disabilitare applicazioni prodotte da terze parti che spesso partono all’avio del nostro terminale ma che a noi non interessa avere e che non possiamo cancellare, senza dover eseguire una sorta di jailbreak del sistema (nel nostro caso avere i permessi di root).
Anche l’occhio vuole…
Come era logico aspettarsi, Android 4.0 Ice Cream Sandwich non solo introduce novità per quanto riguarda le sue funzionalità , ma presenta un layout grafico rinnovato (sia perché alla fine è l’unione tra la versione per tablet Honeycomb e quella smartphone Gingerbread, ma anche perché si è cercato di pulire e rendere ancora più semplice ed accattivante il suo utilizzo). Come sempre accade non tutti apprezzeranno questa nuova direzione, alcuni continueranno a preferire le personalizzazioni proposte da operatori e produttori (anche se sarebbe bello poterle integrare sugli smartphone come applicazioni a se stanti e permettere all’utente finale di decidere se utilizzarle e averle sul terminale o meno), altri vorranno la versione “liscia“, altri ancora si affideranno alle classiche mod che ci siamo abituati a conoscere in questi ultimi mesi.
Entrando nel dettaglio di quelle che saranno le modifiche sostanziali all’interfaccia sia del sistema operativo che delle applicazioni di sistema vere e proprie, vediamo come sia stata fatta una sorta di pulizia, uno stile minimal, un’aggiunta di funzionalità , ma soprattutto una maggiore cura nel dettaglio ed in generale un effetto abbastanza piacevole (anche se come sempre dipende dal gusto di chi osserva). Se andiamo ad analizzare uno dei programmi di punta, Gmail, ci accorgiamo subito come la riorganizzazione abbia portato i suoi frutti, che si materializzano in una semplicità di utilizzo maggiore rispetto al passato. Per esempio, quando andremo a visualizzare una mail, ed avremo la necessità di passare a quella precedente o successiva, non dovremo più ritornare alla cartella posta in arrivo, ma grazie allo swipe le scorreremo come si scorrono le pagine di un libro.
Le nuove funzionalità però non finiscono qui, infatti potremo gestire al meglio le etichette, rispetto a quello che accadeva prima con la versione mobile, oppure potremo consultare anche off-line le mail ricevute sul nostro account, sempre naturalmente che non superino i 30 giorni (un buon passo in avanti insomma se per lavoro abbiamo necessità di consultarle, ma non abbiamo segnale al momento). Ma ancora potremo vedere nel dettaglio il contatto che ci ha inviato la mail, oppure ecco un’integrazione perfetta (o quasi) della nuova rubrica Android (che prende il nome di People o People App), con Gtalk e naturalmente i contatti di Gmail ed i social network (in pratica, un po’ come Windows Phone, ad ogni utente è associato oltre al numero di telefono tutta una serie di servizi, che permettono di visualizzare informazioni sul nostro contatto, senza perdere continuità con il nostro operato).
Convergenza
Come già detto in precedenza la parola d’ordine di questa nuova versione di Android è convergenza, ovvero riuscire con un unico e solo prodotto, a far convivere sia i tablet (che come sappiamo hanno dei display veramente imponenti) ma allo stesso tempo anche gli smartphone. Infatti, già dalla home si vede subito come il tutto sia orientato alla personalizzazione (per esempio ecco i widget ridimensionabili). Naturalmente alcuni stanno già cominciando a storcere il naso, visto che almeno da questa prima versione sembra si sia abbandonata la semplicità e la pulizia di Gingerbread per una più “plasticosa” interfaccia stile Honeycomb, infarcita di effetti speciali (che se su un tablet può anche avere un perché, grazie alla grandezza del display, su di uno smartphone può creare un po’ di confusione e di senso “claustrofobico”).
Una delle cose più apprezzabili è , nonostante i vari effetti introdotti nell’interfaccia utente, è la velocità del terminale (in questo caso il Galaxy Nexus) che dovrebbe ripetersi anche nei terminali più datati, compresi quelli che utilizzano un processore da 1 GHz ed hanno solamente 512 megabyte di ram. Come abbiamo avuto modo di provare, molte cose in ogni caso sono cambiate, a cominciare dall’inserimento dei widget che non avviene più cliccando sulla home, ma portandosi nel menù applicazioni, e selezionando il tab corrispondente ai widget (tra l’altro il menù applicazioni non scorrerà in verticale all’infinito, ma avrà uno scorrimento orizzontale, formando delle specie di pagine). Altra particolarità della home è il campo di ricerca Google che si va a posizionare nella parte alta e non può essere cancellata (ma possiamo posizionare il relativo widget nelle pagine che vogliamo).
Niente pitch to zoom sulla home (vedremo cosa faranno gli altri produttori a riguardo, e quanto margine d’azione possano avere da Google), ma la possibilità di creazione delle cartelle (ci basta spostare un’applicazione su di un’altra per creare una cartella contenente le due applicazioni, che poi potrà a sua volta essere rinominata così da creare gruppi di applicazioni). Le cartelle sono un qualche cosa di molto simile a quello a cui siamo abituati con i nostri sistemi operativi desktop (abbiamo i collegamenti ai programmi), cioè una volta che ci cliccheremo sopra, la cartella si aprirà e ci mostrerà il suo contenuto (le cartelle possono essere create solo nella home, mentre non possono essere create nel menù applicazioni).
Tutti quelli che erano abituati a Gingerbread, dovranno prendere la mano con questo Android 4.0 Ice Cream Sandwich, visto che essendo spariti i tasti fisici, ora non avremo sempre a disposizione il pulsante delle impostazioni (al suo posto troviamo il tasto del “multitasking” o per meglio dire le applicazioni aperte in precedenza, una specie di storico), ma per potervi accedere o entreremo nel menù applicazioni, oppure nella barra delle notifiche dove potremo personalizzare il nostro dispositivo come meglio ci aggrada. I cambiamenti però ci sono anche per quanto riguarda la parte telefonica: ecco che la parte riguardante la composizione dei numeri di telefono viene completamente rivoluzionata. Potremo semplicemente ricercare i nostri contatti preferiti, visionare la parte che riguarda il registro delle chiamate, cambiare le impostazioni che riguardano il modulo telefonico (dati, roaming ecc) o potremo ricercare i nostri contatti da chiamare
Di People App (la rubrica) ne abbiamo anche già parlato in precedenza ma merita una menzione visto che è stata completamente ridisegnata per creare una specie di hub, dove non solo è possibile trovare tutti gli indirizzi di ogni nostro utente (numero di telefono, e-mail, contatto dei social network ecc), ma possiamo anche tenerci aggiornati si tutto quello che ha reso pubblico a partire dal social network fino a qualsiasi indirizzo noi abbiamo in rubrica (il tutto senza naturalmente uscire da Android o spostarci minimamente da questa rubrica intelligente). Naturalmente Google Plus non è stato lasciato in secondo piano, infatti potremo comunque avere i contatti di questo social network integrati all’interno della nostra rubrica, come se fosse una parte integrante del contatto.
Da qui potremo anche gestire tutte le opzioni della rubrica come anche tutte le personalizzazioni del caso, come per esempio associare suoneria differente a diverso contatto o reindirizzare la sua chiamata altrove.
Ma ancora…
Ultime cose interessanti che abbiamo avuto modo di vedere è ad esempio un’applicazione nativa che ci permette di tenere sotto controllo il nostro traffico dati: per esempio lo possiamo organizzare in base ai periodi di tempo ed osservare quali sono le applicazioni che ci permettono di “scaricare” la nostra flat (esistono già applicazioni simili, ma trovarla integrata e quindi ottimizzata nel sistema, è un vero e proprio piacere). Naturalmente spicca la funzionalità che permette di impostare degli allarmi se si supera una determinata soglia, in modo da avere sempre a disposizione un metro che ci permetta di gestire al meglio gli ultimi megabyte che ci rimangono alla navigazione.
Per finire ecco il menù delle impostazioni che ricorda molto da vicino quello di Honeycomb, lo modifica ma allo stesso tempo non lo stravolge, ma riesce ad organizzarne le sue voci, utilizzando un metodo abbastanza logico in base alla tipologia. Naturalmente non dovremo fare troppo riferimento al menù del Galaxy Nexus anche perché essendo un terminale rivolto agli sviluppatori, contiene comandi che con molta probabilità verranno disabilitati quando saranno montati su altri terminali. In ogni caso al momento potremo modificare le impostazioni che riguardano le animazioni oppure ancora l’utilizzo della CPU o della GPU integrata nei terminali. In ogni caso una vasta possibilità di personalizzazione che permette addirittura come avviene per Honeycomb, un utilizzo della memoria interna di sistema per memorizzare i dati utente da condividere con la ROM (se rimarrà anche per gli altri terminali, la memoria interna e la ROM verranno gestita come un’unica cosa sola).
Conclusioni
Allo stato delle cose è ancora presto per poter dare un giudizio definitivo su Android 4.0 Ice Cream Sandwich. Quello che abbiamo visto sembra molto buono, senza impuntamenti o problemi, ma è anche vero che parliamo di un dual core, e di un sistema operativo studiato appositamente avendo in mente questo hardware (per intenderci ottimizzato a puntino). Bisognerà vedere se il tutto sarà così fluido anche con sistemi datati e quanto ci vorrà per poterlo vedere su altri terminali diversi dal Galaxy Nexus o predecessore. In ogni caso al momento il sistema è buono, graficamente gradevole (forse un po’ caotico, ma dipende dai gusti) e con tante nuove features che non faranno rimpiangere sicuramente chi non cerca un’interfaccia personalizzata ma gradisce usare quella fornita di default da Android.
In definitiva non resta altro che vedere una versione scatolata del terminale Galaxy Nexus e poi provare con mano tutti i terminali (probabilmente quad core) che verranno presentati nel 2012 e che monteranno il nuovo Android 4.0 Ice Cream Sandwich. Una cosa è certa, se tutti i Gingerbread verranno aggiornati ad Android 4.0 e le richieste hardware di questa nuova major release resteranno relativamente basse, allora almeno la frammentazione software cesserà di esistere nel breve periodo, il che permetterà un proliferare di questo sistema operativo e quindi della base di terminali attivati (naturalmente sempre Windows Phone 7 ed iOS permettendo).
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