
Sta prendendo sempre più piede il podcasting, la pratica di scaricare contenuti da Internet sul computer e poi di seguito sui supporti portatili e sui lettori MP3, e non perdere così trasmissioni televisive e radiofoniche, per fare l’esempio più ovvio che mi viene in mente. Ma c’è di più.
Una larga fetta del podcasting è riservata alla fede. No, non quella calcistica: quella vera, quella con la F maiuscola. E così sono tanti i contenuti religiosi pronti per essere portati con sé. Tanto è vero che è stato coniato anche un nuovo termine, il “Godcasting“.
Non solo letture bibliche, ma anche messe intere, tutte in MP3. Migliaia i siti specializzati: meditazioni cristiane, ma anche contenuti di religione buddista, musulmana, ebraica ecce ecce. In principio, furono le chiese cristiane americane, a tentare di interessare e attrarre un pubblico giovane.
Ma la Santa Sede ha subito recuperato lo svantaggio, e così Radio Vaticana è tra le prime emittenti a investirci su. Del resto, il podcast fa proprio questo, permette ad un programma, che passa sui media, di farsi conoscere di più, più capillarmente e più profondamente. Radio Vaticana, nella fattispecie, offre 11 canali di podcast in altrettante lingue, e punta ad ampliare l’offerta a tutte le 39 lingue utilizzate nei programmi.
Il primo desiderio? Avere con sé la voce del Papa. Altri siti? Praystation Portable Podcast e floscarmeli.org, per dirne due. Ah dimenticavo: anche papa Ratzinger ha l’iPod.
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