http://news.tecnozoom.it/fotocamere-digitali/nikon-v1-recensione-della-mirrorless-dal-design-minimale-post-31159.html
Con un mercato saturo, la genialità di un prodotto può risiedere nell’inventare delle esigenze ed esserne al tempo stesso la risposta. La Nikon V1 non vuole essere una Nikon come sinonimo di Reflex. Proponendosi come un’ingenua mirroless, narcisa si fa ammirare, prima dall’azzardato compratore (il prezzo di lancio su gli 800€ è decisamente smaliziato), e poi dai passanti, che non vi staccheranno gli occhi di dosso se ne avete una appesa al collo.
Nella versione in bianco che ho testato, la particolarità del design del corpo macchina spicca maggiormente. Difficile non sentirsi ‘più fighi’ con un gioiellino del genere: l’essenzialità e l’eleganza della Nikon V1 sono evidenti, forse anche un pò troppo.
Qualcosa mi puzza, e non appena ruoto il fricchettonissimo obiettivo intercambiabile 10-33mm che monta, scopro che l’essenzialità può spingersi oltre la mia immaginazione. Inesistente la ghiera dei comandi che ci aspetta sul lato. Sul dorso una ghiera più piccola del solito mi ammicca a scegliere tra tre tipi di scatti, icone più simili a quelle di una video camera che di una reflex. Il messaggio è ancora più chiaro: ‘non mi interessa che tipo di foto amatore tu sia, scatta, e non credere che io sia una reflex’.
Sono disorientata; io che cerco patologicamente i comandi manuali prima di provare una macchina, non resisto alla tentazione di darmi allo scatto compulsivo. Il risultato è sorprendente: la Nikon V1 fa tutto da sola, e può fare meglio di se stessa! La modalità Scene Auto Selector che già la fa ‘lavorare’ perfettamente, può essere ‘superata’ dalla modalità Smart Photo Selector, che permette di ricavare 20 immagini da un singolo scatto e sceglierne i migliori 5, tutto in automatico ovviamente.
L’autofocus ibrido è davvero sorprendente. Fino all’entrata nel mercato di macchine come la Panasonic GF3 o la Olympus E-P3, la messa fuoco in difficili condizioni era impensabile con questo tipo di prodotti per foto-consumatori ‘evoluti’. La Nikon V1 in questo suggella un pezzo di storia, offrendo il miglior autofocus che sceglie tra due tipi di rilevamento, a fase o a contrasto. La profondità di campo di default più ampia, aiuta a smorzare alcuni difetti del fuoco che altrimenti sarebbero evidenti…ma ciò non toglie merito all’innovativo sistema.
E’ come se, oltre a scattare le foto praticamente da sola, la Nikon V1 mi stesse anche conducendo alla scoperta delle sue funzioni più rilevanti. Scopro subito la possibilità di montare una sorta di mini-clip con la modalità Motion Snapshot, che associa ad ogni scatto un filmatino rallentato che cattura un secondo prima e uno dopo il clic.
Mi butto su i filmati, tra le icone presenti nella mini ghiera, e posso girare in Full HD a 60 o 30 fotogrammi al secondo, oppure video a 400 fotogrammi al secondo che rivisti a velocità umana restituiscono il tanto pop e interessante effetto slow motion, come in questo video
In tutto questo da fare ho addirittura dimenticato di cercare i comandi manuali, e non appena mi impegno a farlo mi accorgo che non è semplice: è come se i comandi per ‘foto amatori più adulti’ fossero nascosti, come per dire ‘si ho anche questi comandi ma cosa te ne fai?‘.
Ovviamente in notturna, la macchina per restituire immagini decenti ha poche chance: o viene impostata manualmente e con opportuni ISO, oppure fa cilecca.
Inoltre le modalità Motion o Smart Photo Selector non possono che funzionare con il flash opzionale SB-N5 Speedlight…Insomma, da elegante ammaliatrice la Nikon V1 mi si è rivoltata contro: se voglio avere completo controllo della macchina, lei non fa per me; se invece sono una foto-consumatrice, non basta essere accanita ma anche ‘disposta a spendere’, e non poco.
Poter scattare foto sempre perfette è in fondo una chimera. La Nikon V1 ci riesce e risponde all’esigenza di una fascia di mercato che fagocita immagini: il tuffo in piscina, il cucciolo di bigol, la torta di compleanno e così via. Per me che corteggio le scene, la Nikon V1 non può che sbalordire per l’innata perfezione, ma non riesce a far breccia nel mio cuore.
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