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Nonostante l’ingente campagna pubblicitaria e le caratteristiche software e hardware notevoli, il nuovo Samsung Galaxy S3 non si è guadagnato le simpatie incondizionate di tutti gli appassionati del settore (come nemmeno l’iPhone è mai riuscito a fare). Secondo alcuni recenti test di laboratorio, un motivo per cui essere insoddisfatti del nuovo gioiellino coreano sarebbe lo schermo, che per quanto ampio e di alta qualità , sarebbe sensibilmente meno luminoso di quelli degli stessi predecessori dello smartphone, ovvero Galaxy S e Galaxy S2.
Il test è stato effettuato dal dottor Ramond Soneira della società DisplayMate Technologies, utilizzando delle avanzate macchine per la rilevazione e il calcolo della luminosità degli schermi. Il dottor Soneira ha poi messo a confronto i risultati riprodotti dallo schermo del Galaxy S3 con quelli delle sue due generazioni precedenti. Tenendo conto che abbiamo a che fare con un display da 4,8 pollici con una risoluzione HD da 1280×720 pixel, gli schermi più contenuti e da 800×480 pixel del Galaxy S e Galaxy S2 non dovrebbero avere speranza dal punto di vista qualitativo e in effetti così è. La luminosità generale, però, appare come sensibilmente limitata a favore dei vecchi modelli. La potenza massima del display del Galaxy S2, infatti, è di 2.1 watt. Il successore Galaxy S3, invece, deve accontentarsi appena di 1.3 watt. Questo significa che la luminosità massima dello schermo sarebbe di 224 cd/mq per il modello nuovo, contro le 289 cd/mq del modello precedente.
Perché questo passo indietro nella luminosità dello schermo? Presto detto: Samsung ha voluto abbassare la luminosità massima così da aumentare proporzionalmente la durata massima della batteria. Come molti già sanno, compreso qualche nostro lettore che l’ha fatto notare nei commenti dedicati al nuovo smartphone coreano, la batteria da poco più di 2.000 mAh di cui è equipaggiato il Samsung Galaxy S3 non è male, ma potrebbe avere delle serie difficoltà a reggere l’intero congegno per una durata di tempo accettabile. Abbassando in questo modo la luminosità , questa pila sarebbe ora in grado di consentire al telefono di funzionare senza sosta per ben 5,6 ore consecutive, contro le 4,4 che caratterizzavano invece il Samsung Galaxy S2.
Questa mancanza di luce, inoltre, è stata controbilanciata dall’utilizzo di uno speciale materiale anti-riflesso per la copertura, per riuscire a migliorare comunque la visibilità del sistema.
Secondo questa analisi, Samsung potrebbe essere riuscita a trovare quella che, per ora, è la migliore via di mezzo tra efficienza energetica e schermo di alta qualità . Il display, infatti, è una delle componenti più avide di energia dell’intero smartphone ed è il motivo per cui alcune case, come ad esempio Apple con il suo iPhone da 3,5 pollici, non hanno ancora tentato un salto così audace come quella coreana ha fatto con il Galaxy S3 e il Galaxy Note, lambendo e superando la barriera dei 5 pollici. Queste case per ora hanno preferito privilegiare l’efficienza della batteria alle dimensioni dello schermo. Basterà l’espediente della luminosità a far cambiare tendenza anche alla concorrenza?
Fonte: Displaymate.com
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